È un’esperta di buone maniere contemporanee, osserva con attenzione l’evoluzione del mondo di oggi, ne scrive, ne parla in Tv e alla radio. È Laura Pranzetti Lombardini, donna colta, elegante e ironica, l’ho incontrata nella sua splendida casa nel cuore di Roma per parlare del suo ultimo libro, scritto con Silvia Zavattini e appena uscito per Gribaudo: Ritratto di signora.
Tante le suggestioni in questo libro, a partire dal titolo dove il rimando a Henry James è immediato. In quel “Ritratto di signora”, si vive un’avventura psicologica, morale ed estetica alla ricerca di un’esistenza felice, di una vita perfetta. Anche le autrici di questo Ritratto di signora ci guidano in un percorso estetico della vita ma… tranquilli in piena leggerezza e divertimento! Con tante citazioni illuminanti, in una sorta di continua conversazione con il passato per dare senso al presente. E allora per parlare di un libro che tratta di “femminile signorilità” la prima domanda è d’obbligo:
Laura, che cos’è per te la femminilità?
È uno stato dell’essere che si intuisce, è non svelarsi mai troppo ma mantenere un’aura di riserbo, è un modo di essere affascinanti, ma implicitamente. È la capacità di creare meraviglia e stupore, senza farlo apposta. Essere femminili è essere seducenti senza indossare pizzi o scollature vertiginose. Non sculettare, ma neanche marciare come un generale. Una vera signora non porta minigonne dai tempi del liceo, pur avendo bellissime gambe!
E la signorilità?
Non eccedere mai, ma essere misurati. È comportarsi con gli altri come vorremmo che loro facessero con noi. È aver rispetto per tutti di qualsiasi estrazione sociale, perché è facile essere gentili con i potenti. La signorilità si manifesta con la cortesia, con il sorriso e guardandosi negli occhi. In più, per i nostri tempi direi che il “signore” è colui che non si autocelebra ma sa essere umile. Ricordiamoci che l’ostentazione è l’antitesi dello stile!
L’idea di “signora” fa pensare al passato, come si concilia con l’emancipazione delle donne di oggi?
Alla perfezione! L’emancipazione è una benedizione sotto tutti i punti di vista, è dimostrato che se il 25% delle donne fosse impiegato nelle amministrazioni il Pil salirebbe di molti punti. Perché la donna ha una capacità di mediazione fondamentale in ogni ambito. Forse devono credere di più in loro stesse, una donna realizzata è più serena ed è fondamentale in un equilibrio familiare. Tuttavia la forza conquistata non deve schiacciare gli uomini, a volte confusi dalle aspettative contraddittorie delle donne. Stiamo attente o addio femminilità!
Sei considerata una delle maggiori esperte di Galateo o, come preferisci, di buone maniere contemporanee. Come è nata questa passione?
Dall’amore per la storia, dallo studio e dall’interesse per varie discipline, nelle buone maniere confluiscono etica, sociologia, psicologia e comportamento. E poi da un pizzico di fortuna: ero alla presentazione di un libro sul pane scritto da un’amica e lei mi presenta, in maniera molto garbata, alla direttrice editoriale di Feltrinelli che mi chiede se avevo voglia di buttar giù qualche appunto, “Ma io non so scrivere” ammisi, “Vada, vada, lei sa scrivere” fu la sua risposta.
La persona giusta al momento giusto…
Proprio così. Quando l’ho rivista io avevo solo dei bigliettini con appunti presi osservando e commentando qua e là. Quei “pizzini” sono diventati il mio primo, fortunatissimo libro: Dizionario di buone maniere contemporanee, da allora mi si è aperto il mondo della radio e Tv, degli articoli sui giornali Mondadori e oggi mi ritrovo all’alba del sesto libro in cinque anni.
Un risultato meraviglioso. Cosa rispondi a chi ritiene che le buone maniere si occupano di cose piccole e tutto sommato, non fondamentali?
Che è vero. Però, quelle piccole cose rendono la vita migliore: una bella tavola proporzionata e ben apparecchiata, senza bottiglie di plastica e con posate e bicchieri adeguati rende migliore un momento e, dato che siamo sensibili al bello non vedo perché dovremmo stare nel meno bello e nel disordinato. Insomma, io non parlo di massimi sistemi ma di prossemica, postura a tavola, di come disporre i posti, cose che aumentano la qualità della vita e quindi è meglio non improvvisare.
Altra obiezione fatta alle buone maniere: sono legate allo stato sociale, sei d’accordo?
Ma per niente! Ci sono tante persone che si son fatte da sole e sanno comportarsi perfettamente. Penso per esempio a Mario Draghi fiore all’occhiello e vanto italiano nel mondo, non aveva una famiglia alle spalle e oggi è un esempio di misura, intelligenza ed educazione.
A volte serve avere un po’ fame di affermazione, essere disposti a qualche sacrificio perché nulla piove dall’alto e le buone maniere sono un veicolo per arrivare al successo da qualunque fascia sociale si parta. Si dà per scontato di trovare garbo e misura in persone di alta estrazione e invece proprio lì capita di assistere a manifestazioni di pessimo gusto.
Educazione come veicolo per il successo?
Ne sono convinta. Soprattutto oggi che c’è un ritorno alla meritocrazia. Diciamolo soprattutto ai giovani: un ragazzo che possiede le regole dell’educazione è sicuro e disinvolto, ed è pronto a dare il meglio di sé in qualunque situazione. Se invece non è abituato a comportarsi correttamente, nel momento in cui ne avrà l’esigenza, sarà distratto e impacciato e quindi penalizzato anche nelle opportunità di lavoro.
Una grande responsabilità anche per chi educa…
Per i genitori è dura ma non bisogna mollare. Se un figlio dice “ma gli altri lo fanno” bisogna ricordargli sempre che “Tu non sei gli altri, tu puoi scegliere”. L’educazione è uno spartiacque soprattutto per il loro successo.
A proposito di ragazzi, sono più educati i ragazzi di oggi o quelli di ieri?
Noi nati negli anni ‘60 non avevamo scampo, a noi bastava lo sguardo della mamma per capire se potevamo o no fare qualcosa. Chi è nato negli anni ‘80 è cresciuto in una libertà assoluta, tutto era giustificato e giustificabile, tutto possibile, tutto a portata di mano. Questo ora è finito, i ragazzi di oggi capiscono che le buone maniere non sono un vezzo ma uno strumento capace di far ottimizzare il tempo e la qualità della vita.
Come dire che la forma è sostanza?
L’educazione è sostanza perché le regole sono frutto di conseguenze e seguono una loro evoluzione pur restando sempre valide. Se entra una signora ci si alza, si presenta la persona meno importante alla più importante perché questa riceve l’informazione, ma è la più importante che porge la mano per prima. Non si dà del tu a persone che si sono conosciute da poco, a meno che non si faccia parte dello stesso circolo, o gruppo sportivo o stesso ambiente di lavoro.
Che dire dell’uso dilagante del tu?
Io ripristinerei un po’ di regole nell’uso del tu e del lei visto che il voi non si usa più. Rivolgiamoci alle persone in terza persona, poi se nasce un’amicizia c’è sempre tempo per darsi del tu ma non è possibile il contrario.
Esiste anche un lei confidenziale, per esempio mio suocero era un uomo eccezionale che mi incuteva una certa soggezione, mi ha detto tante volte “Dammi del tu” ma io per rispetto e per ammirazione non ci sono mai riuscita e ne sono stata felice.
Anche a scapito della confidenza?
Era un uomo degli anni Venti e la confidenza in famiglia a quell’epoca, era un concetto piuttosto astratto. Io stessa con i miei figli di 25 e 22 anni mi diverto molto, ma non sono loro amica. Di amici ne hanno tanti, di genitori solo due ed è bene che non confondano i ruoli.
Viviamo in un’era dominata dalla tecnologia, cosa ne pensi?
La tecnologia è meravigliosa, amo molto Instagram, per la sua immediatezza, riesce a catturare l’attenzione con la forza delle immagini offrendo punti di vista nuovi e lontani. Non possiamo più farne a meno, scriviamo sul computer, siamo in contatto con tutti attraverso il web, abbiamo un’enciclopedia in tasca, però, ogni tanto, stiamo anche in presenza tra persone reali e guardiamoci negli occhi.
Per finire Laura, qualche consiglio sull’uso dei social?
I social vanno usati con intelligenza ed educazione: noi mettiamo in piazza ciò che lucidamente vogliamo far sapere, quindi posso non comunicare i miei viaggi o le mie liti con chicchessia. Non dobbiamo farci usare dal social ma essere sempre noi a valutare ciò che vogliamo far sapere. Per chi volesse un consiglio può scrivere alla mia pagina Buone Maniere Contemporanee, rispondo sempre con piacere, è un’occasione di crescita.
Infine ricordiamoci che un invito fatto su WhatsApp o sms è efficace, un invito telefonico è una spanna sopra, ma un invito scritto in bella grafia con parole dedicate conquista chiunque.
Ritratto di signora
di Laura Pranzetti Lombardini e Silvia Zavattini
Gribaudo, 2017 Euro 16,90
Darrel
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